Venerdì 1 Maggio, Festa dei Lavoratori.
Stanotte ha piovuto ancora, vado nell’orto e tolgo il collegamento grondaia- bidoni, i recipienti sono pieni fino all’orlo, chiudo i coperchi e spero che le zanzare non ci abbiano deposto le loro malefiche uova. Sorpresa, sono spuntati i primi germogli dei fagiolini, la rucola è cresciuta (tutta assembrata) e le piantine di cetrioli e zucchine hanno messo nuove foglie. Sono quasi commossa.
Ora splende il sole e vado in camminata, devo vedere se le gambe funzionano ancora. Via Feltre, San Gervasio, Mier, all’altezza dell’Hotel Villa Carpenada (ex Villa del Vescovo Berlendis con la sua tenuta di caccia, ora Albergo e Spa) giro a destra verso la frazioncina di Mares. “Carpenada” è il nome dei bei viali di carpino che conducevano alle ville dei nobili possidenti, questo resiste ancora anche se non nella sua interezza. La stradina che percorro è strettissima e ombrosa, al di là degli alberi e le siepi che la fiancheggiano, due cavalli pascolano su prati verdissimi. Sento una calma insolita nell’aria, una bellezza ineguagliabile, regalata a poca distanza dalla città, che riesco a respirare e fare mia.
Prima del bivio che a sinistra sale a Mares e a destra va a Col di Piana prendo una carrecciata in mezzo al bosco ( ne approfitto per raccogliere i bruscandoli) che poi diventa un bel sentiero, guado un ruscello e mi infilo su una traccia a zig zag tra gli alberi sbucando alle porte di Mussoi. Volto a sinistra per un pezzo di stradone in direzione Chiesurazza e poi prendo via Col di Piana scendendo al bivio di Mares. Ritorno a Mier, San Gervasio e Via Feltre. Sono felice. Anche oggi ho sentito il cuculo e, dal mio terrazzo, ho visto una coppia di corvi portare fuscelli nel becco, stanno certamente costruendo il nido sull’albero di qualche giardino.
Salvatore stamattina è salito alla cima del Calisio, una bella camminata partendo a piedi da casa sua a Gardolo di Trento! Deve essere entusiasta e stanco, prima uscita dopo due mesi, si è persino dimenticato di portarsi qualcosa da mangiare nel sacco.
Sulle montagne ha nevicato, il nostro amico di Nebbiù ci manda le foto con il paesaggio sotto la neve.
Nel pomeriggio una notizia che non avrei mai voluto ricevere. E’ morto un nostro compagno di escursioni, un amico. Una persona di cui tutti possiamo parlare solo bene, non perché sia cosa che si usa dire di chi è mancato, ma perché lo merita e ci mancherà. Non l’ho mai sentito criticare o parlar male, era sempre gentile, disponibile e soprattutto sorridente. Parlare con lui mi faceva stare bene. Non è giusto e non vorrei crederci. Salvatore è addolorato come me, ricordiamo le ultime uscite fatte insieme, il suo entusiasmo nel salire il Sass di Stria, nel notare un fiore particolare o la forma di un sasso.
Oggi è giornata nera. Accendo il TG Regione e sento un altro annuncio di morte, una ex-compagna delle elementari, archeologa, drizzo le orecchie nel sentire il cognome, non la riconosco subito, ma gli occhi azzurri sono i suoi, quelli della bambina dai capelli lunghi e biondi che mi sorpassava in altezza di tutta la testa. Il lampo ironico dei suoi occhi …e quel loro colore che ho sempre associato ai non-ti-scordar-di me. Sono passati 53 anni dalla fine della V elementare, alcuni compagni (pochi) li ho rivisti o frequentati, un paio non ci sono più. Lei l’ho vista solo poche volte da lontano, insieme con la sua mamma, due belle, eleganti signore. E’ un dispiacere diverso da quello che si prova per la perdita di un amico, ma è un dolore lo stesso, qualcosa che mi manca, un vuoto che non doveva aprirsi adesso.
Stasera ricordo anche F. la mia collega ammalata di fibrosi cistica. Se c’era una persona coraggiosa che meritava di vivere, questa era lei. Sempre sorridente, piena di vita, prendeva ogni cosa dal lato positivo, mi faceva coraggio quando ero depressa, lei che in ultimo doveva respirare attaccata alla bombola di ossigeno. Amava le montagne, ne era innamorata, desiderava tanto ritornarci almeno a camminare e ha resistito fino all’ultimo. Ha affrontato il trapianto dei polmoni, andava tutto bene, finalmente si sentiva libera e poi se ne è andata, il due di maggio del 2014.
In televisione Concertone del I Maggio senza pubblico, non me la sento di ascoltare, poi invece lo faccio, proprio in memoria di chi non c’è più.